December 16, 2021
La mente di Cristo
Per prima cosa, dopo un titolo del genere, lascia che ti dica questo: le mente di Cristo è, prendine nota per bene, l'intelletto di Cristo. Esatto, sì, I_N_T_E_L_L_E_T_T_O.
Scusami? Che hai detto? Non riesco a capire quel che mi dici. Ah, uhm, già, sgrat, sgrat, non ne sai granchè di questa parola, vero? Rilassati, non credo di sapere bene che significhi neppure io. Ma, ehi, perché non guardiamo su Internet - Dizionario Treccani e Wikipedia? Dai, hai visto? Dictum factum. Detto fatto! Ho già trovato tutto quello che ci serve:
L'intelletto è la facoltà che permette agli umani di capire e comprendere; quella che consente di discernere, nel senso di vedere con la mente. Il simbolo dell’intelletto è il sole, soprattutto il sole che sorge, il sole invitto.
L’intelletto è la luce che sconfigge le tenebre e poco alla volta illumina l’essere umano. Si tratta di una facoltà che va oltre il livello psichico e abbraccia quello spirituale. La tradizione orientale la chiama buddhi. Mentre i filosofi dell'antica Grecia la chiamavano nous.
E sai cosa? Questa è la parola che si ritrova nel Nuovo testamento:
San Paolo dice di avere il nous di Cristo (1Cor 2, 16) e San Luca narra di come Gesù risorto abbia aperto il nous dei discepoli alla comprensione delle scritture (Lc 24, 45).
L’intelletto i greci lo chiamavano nous e gli orientali buddhi
No, no temere, anche se le cose stanno così, ora non attacco con una lezioncina di storia della filosofia della religione, magari comparata. Desidero piuttosto chiederti: quando Gesù dice di convertirsi e credere al Vangelo, come è scritta in greco l’espressione convertirsi? Insomma, guarda, sto punto è importante.
In greco, l’espressione convertirsi nel senso ingiunto da Gesù si scrive metanoeo e lo stato di questa conversione si indica con il termine metanoia. Entrambi i termini rimandano a un intelletto nuovo, modificato, trasformato - un inteletto che sta oltre.
Uffa, che barba, dirai, con sto greco! Greco, greco, sempre che insiste con il greco. Il punto, però, non è il greco in sé, quanto piuttosto il concetto di trasformazione:
La conversione predicata e richiesta da Gesù si compie con un cambio di intelletto, che ci visita come “un sole che sorge dall’alto” (Lc 1, 78b). Convertirsi implica esperire la presenza di una luce nuova, che nasce in noi come un sole.
Sì, per convertirci dobbiamo mutare il modo di pensare e di porci, abbandonare l’intelletto egoico, altrimenti detto: intelletto della carne (Col 2, 28), e crocifiggere i meccanismi mentali che organizzano la nostra vita in termini di potere e successo. Dobbiamo rinnegare noi stessi, morire all'intelletto egoico e risorgere con un altro intelletto. Oggià, proprio così.
Parte allora il domandone: “Scusa, Alessandra, ma dove lo troviamo un altro intelletto?”. Risposta: “Te lo dà il Signore quando ti visita dall’alto”.
Cristo dona ai suoi fedeli il suo intelletto
La conversione termina con un sole che sorge dall’alto! La conversione compiuta coincide con l’ottenimento dell’intelletto di Cristo. Sta scritto proprio così. L'ho già detto. Attesta infatti San Paolo:
“Noi abbiamo l’intelletto (nous) di Cristo” (1Cor 2, 16b).
Vedi? Se nella tradizione orientale si prega e si medita per fare risplendere la buddhi e realizzare la propria buddità, nella tradizione cristiana si prega, si medita e si partecipa alla vita della Chiesa per avere l’intelletto di Cristo ed entrare nel Regno dei cieli. Ti pare incredibile? Ti sembra pazzesco, o, peggio ancora, eretico e folle? Beh, non temere!
Ti dico: non temere. Il trasferimento spirituale dei credenti nel regno dei cieli è parte della sana dottrina.
Il problema sta, piuttosto, nel fatto che solo quanti sono stati trapassati dalla spada della parola possono fare esperienza dell’intelletto che sorge dall’alto e affermare con San Paolo:
“Dio ci ha fatti sedere nei cieli in Cristo Gesù” (Ef 2, 6).
Sì, magari ti pare strano, ma bisogna essere trapassati fino al punto di divisione dello psichico dallo spirituale per sedere nei cieli! Ti rendi conto? Sedere nei cieli, “capaci dipartecipare alla sorte dei santi nella luce […], trasferiti nel Regno del Figlio, il suo amato” (Col 1, 12-13). Non temere, il trasferimento non è eresia. Lo dice pure San Paolo che l’ascesa ai cieli non è facile da capire a livello psichico:
“I segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’essere umano psichico non riceve le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non può conoscerle perché sono giudicate per mezzo dello Spirito. L’essere umano spirituale invece giudica ogni cosa da sé stesso, senza potere essere giudicato da nessuno. Chi mai ha conosciuto l’intelletto (nous) del Signore? Chi può istruirlo? Ora, noi abbiamo l’intelletto (nous) di Cristo” (1Cor 2, 11b-16).
L'intelletto di Cristo in noi
Ottimo. Abbiamo finito. Il succo è semplice: posso conoscere ciò che Dio mi ha donato unicamente in quanto essere umano spirituale – essere che giudica da sé. Tale capacità di giudizio è frutto dell’intelletto di Cristo in noi, che ci porta al cielo. Cristo viene dall'alto e ci fa ascendere. Puoi pensare all’ascesi come a un rapimento mistico sempre più inteso, che giunge sino a farti girare gli occhi verso il cielo, in attimi di folgorazione di penitenza e godimento estatico accessibili a tutti.
Spunti per la preghiera
Conoscenza:
“Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa cosa fa il suo Signore; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15, 15).
“Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia una spirito di sapienza e di rivelazione, nella profonda conoscenza di Lui” (Ef 1, 17).
“La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora capito come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio e da Lui conosciuto” (1Cor 8, 1b-3).
“Un tempo, non avendo visto Dio, voi eravate sottomessi a quelli che per natura non sono dei. Ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo desiderate essere sottomessi?” (Gal 4, 8-9).
“Voi tutti avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la Verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla Verità” (1Gv 2, 20-21).
“L’amore di Cristo ci sospinge, avendo giudicato che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché ormai noi non guardiamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così” (2Cor 5, 14-16).
Sole:
“Aspettate ed affrettate la venuta del Signore, nella quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2Pt 3, 12-13).
“I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale: esulta come un prode che percorre la via. Sorge da un estremo del cielo e la sua orbita raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore” (Sal 19, 2.5c-6).
Essere umano spirituale:
“I figli di Dio, non da sangue, né da volere di carne, né da volere di maschio, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1, 13).
“Se c'è un corpo psichico, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo essere umano, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello psichico, e poi lo spirituale. Il primo essere umano, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo essere umano viene dal cielo” (1Cor 15, 44b-47).
“«Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Nessuno mai è salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo»” (Gv 3, 9-10.13).
“«Può forse un essere umano entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto dovete nascere dall’alto»” (Gv 3, 4b-7).
“Non ingannatevi, fratelli miei amatissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore delle luci: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati” (Gc 1, 16-18a).