April 2, 2021
L’occhio che tutto vede
Secondo Leonardo da Vinci gli esseri umani hanno un terz’occhio: un occhio interiore, “il quale i filosofi affermano fare sua risedenza nel mezzo del capo” (Codice Atlantico,f. 270 v.c)[1]. San Paolo, al riguardo, parla degli “occhi del cuore” (Ef 1, 18).
Leonardo afferma inoltre che i veri pittori partecipano della natura divina rispecchiando la mente di Dio:
“La deità che ha la scienza del pittore fa che la mente del pittore si trasmuta in una similitudine di mente divina” (Trattato della pittura, parte II, n. 65)[2].
In modo del tutto analogo, San Paolo proclama: “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20) e dichiara:
“Chi è spirituale giudica ogni cosa da sé stesso, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto la mente (nous) del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo la mente (nous) di Cristo” (1Cor 2, 15-16).
Le persone spirituali hanno la mente di Cristo, o, in senso più letterale, l’intelletto di Cristo, il suo nous. Queste persone sono divenute “partecipi della natura divina” (2Pt 1, 4b) e “non guardano più nessuno secondo la carne” (2Cor 5, 16a) poiché vedono con l'intelletto di Cristo.
Vedere con l’intelletto di Cristo significa guardare attraverso l’occhio di Dio
Si tratta di una visione divina, che artisti e mistici hanno condiviso nel corso dei secoli, proiettati oltre i limiti ristretti dell’identità di genere, al di là della propria appartenenza culturale e religiosa. La parzialità e il pregiudizio sono bandite in questo oltre della natura e della visione divina. Il che dovrebbe aiutarci a mettere le cose in prospettiva e a vedere con sguardo appropriato:
“Non conta quel che vede l’essere umano: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il SIGNORE vede il cuore” (1Sam 16, 7b).
Guardare con l’occhio di Dio dovrebbe permetterci di comprendere come “Dio non usa parzialità” (Dt 10, 17; Sir 35, 12;At 10, 34; Rm 2, 11; Ef 6, 9) e intuire che la Gioconda e l’Autoritratto potrebbero in realtà rappresentare una medesima realtà spirituale. I due poli biologici catturati da Leonardo nel suoi due capolavori, guardati l'occhio di Dio, visti con l'intelletto di Cristo, sarebbero cioè la rappresentazione polarizzata di quell’unica carne gloriosa che lo sposo e la sposa sono destinati a diventare (Gen 2, 22; Mt 19, 5; Mc 10, 8).
Dopo tutto, “Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio” (Catechismodella Chiesa Cattolica 239). La dichiarazione di Gesù: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10, 30), o meglio ancora: "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14, 9), certifica e testimonia la natura trascendente del volto di Cristo. San Paolo sembra averlo saputo e forse è proprio pensando a questa caratteristica di Cristo che va intesa la sua affermazione:
“Non c’è maschio e femmina, perché voi tutti siete una cosa sola in Cristo Gesù” (Gal 3, 28bc).
[1] Citatoin A. Marinoni (a C. di), Leonardo: Scritti letterari, Rizzoli, Milano,1980, p. 16.
[2] Citatoin A. Marinoni, op. cit., p. 23.