Il sacerdozio di Cristo

Tu sai cosa è un sacerdote?

Dai, qui ti voglio raccontare quanto ne so io. Per prima cosa ti dico che la parola sacerdote viene dal latino e significa reso sacro. Il sacerdote è una persona resa sacra. Adesso tu, per favore, non pensare agli scandali. Ma piuttosto chiediti: «Che cosa fa un sacerdote? Qual è la sua funzione?». Accidenti, sì, hai ragione, è proprio come c’è scritto su WIKIPEDIA:

“Il sacerdote è una persona che funge da mediatore tra i fedeli e la divinità”.

Benone. Ti incalzo ancora un poco, scusami, e ti interrogo così: «Ma tu, quando pensi a Cristo, pensi a un sacerdote?». Sì, dico a te, proprio te, ti pongo una domanda: «Tu credi che Cristo sia un sacerdote? Voglio dire: una persona che media tra il cielo e la terra, una sorta di ponte tra la nostra costituzione psicofisica e la divinità?».

Mumble, mumble, mumble – suono delle mandibole di una mente che rumina –

Esattamente, hai centrato l’obiettivo. Sì, l’hai centrato anche questa volta: Gesù è un sacerdote. Però, ecco, ti debbo avvertire: Gesù è un sacerdote particolare. Infatti la sua è una mediazione eterna, che dura per sempre, che non muore più. Inoltre, Gesù salva in modo perfetto chiunque si affida totalmente a Lui. Toh, guarda, mi dici che lo sapevi già. Sei una persona preparata! Citi addirittura le Sacre Scritture:

“Gesù possiede un sacerdozio inviolabile. Perciò, può salvare perfettamente quelli che per mezzo di Lui si accostano a Dio: Egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore” (Ebr 7, 24-25).  

Benissimo. Ottimo. Hai studiato. Ti formulo un’altra domanda: «Come facciamo ad accostarci a Dio per mezzo di Cristo, sacerdote sempre vivo?». Ma dai, no, non ci credo, sai tutto – proprio tutto!  Va bene, dai, dillo tu:

"Possiamo accostarci a Dio per mezzo di Cristo in virtù del sacramento del Battesimo. Infatti col battesimo siamo fatti sacerdoti in Cristo, con Cristo e per Cristo".

Hai detto bene, fratello. Anzi, benissimo.

Il Battesimo simboleggia la morte e risurrezione di Cristo in noi

Il battesimo è un sacramento che dona al credente la possibilità di morire e risorgere con Cristo. Nello specifico, detto in modo tecnico, il Battesimo configura a Cristo e dona l’opportunità di esercitare la sua mediazione sacerdotale. Non temere, non è eresia. Le persone ben preparate possono essere come il loro Maestro. Lo insegna Gesù stesso:

"Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro" (Lc 6, 40).

Vedi? Non è una storiella profana, una favola inventata. È Verità. È Vangelo. È Vita. Le persone battezzate hanno, su questa Terra, l’opportunità, il diritto e il dovere di esercitare il sacerdozio di Cristo, di essere come il Maestro. A riprova di ciò, ti cito pure il Catechismo della Chiesa Cattolica:

“Il Battesimo propriamente detto significa e opera la morte del peccato e l’ingresso nella vita della Santissima Trinità attraverso la configurazione al mistero pasquale di Cristo” (CCC 1239).

Eccola la lieta novella, perdinci!

Oltre la morte di croce, c’è la risurrezione

Ecco la gioia del Vangelo: il salire in alto, alla maestà dei cieli. Te ne fai un’idea della grandezza di questo dono? Abbiamo la possibilità di vivere la vita divina, di partecipare a questa gioia del sacerdozio di Cristo. Te lo ripeto: non temere, non è eresia. Lo dice sempre il Catechismo:

‍ “Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui. «Con l'incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni essere umano». Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi” (CCC 521).

Che gioia questo Vangelo! Che gioia avere un sacerdote sempre vivo che intercede per noi. Dai, tutti uniti, non fermiamoci alla morte, ma prepariamoci per ascendere al cielo insieme al Signore. Sì, dai:

“Accostiamoci con coraggio al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno” (Ebr 4, 16).

Ascendere al cielo partecipando attivamente alla Messa

Quale momento più opportuno, dico io, quale momento più opportuno di una celebrazione eucaristica per essere aiutati a salire al cielo? In effetti, non so se lo sai, ma la porta per accedere al trono della grazia, in una chiesa, durante la Santa Messa, è simbolicamente rappresentata dall’altare. Okay, sì, va bene, hai ragione. Mi fai notare che ai laici e soprattutto alle donne è vietato trafficare nei paraggi dell’altare. Ma tu scuoti questo pensiero, scuotilo di sotto i piedi come se fosse polvere, e pensa alla cosa in termini spirituali. Già. Quando vai a messa tu puoi accostarti all’altare nello Spirito. Esatto. Lo Spirito che ti è stato donato quanto sei stata battezzata. Nota bene: sei stata battezzata si riferisce a qualsiasi persona, indipendentemente dal genere. Uhm, vediamo, ecco, come ti stavo dicendo: Tu puoi offrire te stessa – la tua persona.  

Tu puoi mettere i tuoi limiti e le tue mancanze ai piedi dell’altare. Tu puoi offrire i tuoi inciampi, le tue miserie e pure le tue gioie, i tuoi pregi, la tua potenza, la tua posizione, la tua autorità.

Ad ogni eucaristia, tu puoi chiedere con tutte le tue forze, con tutta la tua mente e con tutto il tuo cuore che Cristo venga e ti faccia morire e risorgere in Lui – limite dopo limite, mancanza dopo mancanza, potenza dopo potenza.

Questa si chiama partecipazione attiva: celebrare la messa vivendo nella nostra carne la morte e la risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo, sacerdote sempre vivo. L'affermazione del documento sulla Sacra Liturgia emanato dal Concilio Vaticano illumina al riguardo:

"La liturgia contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa" (SC 2).

Spunti per la preghiera

“Siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta e per sempre. Con un’unica offerta, Egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati” (Lettera agli Ebrei 10, 10.14).

“Dio vuole che tutti gli esseri umani siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli esseri umani – l’essere umano Cristo Gesù, che ha dato sé stesso in riscatto per tutti” (1Tim 2, 4-6).

“Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito” (Lettera agli Ebrei 8, 1-2).

“Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova” (Ebr 12, 22-24).

“Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco,chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendo le candide nel sangue dell'Agnello. Per questo, stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro” (Ap 7, 13-15).

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